Federico I Hohenstaufen, noto ai posteri come Barbarossa, rappresenta una delle figure più iconiche del XII secolo. Duca di Svevia, Re di Germania e d’Italia, e Imperatore del Sacro Romano Impero, Barbarossa incarnava il potere supremo della sua epoca. La sua incoronazione imperiale da parte di Papa Adriano IV, avvenuta nel 1155, è strettamente legata a un episodio cruciale che vide coinvolti il frate eretico Arnaldo da Brescia e i Visconti di Campiglia.
Nel 1155, Federico Barbarossa intraprese un lungo viaggio verso Roma, seguendo la Via Francigena, con l’obiettivo di ricevere la corona imperiale. Durante questa marcia, si fermò a San Quirico d’Orcia, un centro strategico e religioso di rilievo lungo il percorso. Qui, il suo cammino si intrecciò con quello di Arnaldo da Brescia, un frate dichiarato eretico dalla Chiesa.
Papa Adriano IV inviò emissari a Federico, chiedendogli di catturare Arnaldo, considerato una minaccia per l’autorità pontificia. L’imperatore, vedendo in questa richiesta un’opportunità per rafforzare il suo legame con il Papa, accettò la missione.
Arnaldo da Brescia era un riformatore religioso che predicava contro la corruzione della Chiesa e la fusione tra potere spirituale e temporale. Dopo essere stato dichiarato eretico, trovò rifugio tra le colline della Val d’Orcia, sotto la protezione dei Visconti di Campiglia, una potente famiglia nobiliare. I Visconti controllavano il castello di Campiglia d’Orcia e la vicina fortificazione di Campigliola, entrambe posizioni strategiche per offrire riparo e sfuggire alla cattura.
Determinato a soddisfare la richiesta del Papa, Federico Barbarossa ordinò ai Visconti di consegnare Arnaldo senza opporre resistenza. La posizione dei conti di Campiglia era però delicata: opporsi all’imperatore avrebbe significato affrontare la sua ira, ma tradire Arnaldo avrebbe potuto danneggiare il loro prestigio locale.
Nonostante le possibili esitazioni, i Visconti scelsero di obbedire, consegnando Arnaldo nelle mani di Federico. Questo gesto permise a Barbarossa di guadagnarsi il favore del Papa e di proseguire il suo cammino verso Roma.
Il 18 giugno 1155, Federico Barbarossa fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero nella Basilica di San Pietro. La cattura e la consegna di Arnaldo da Brescia furono decisive per ottenere il sostegno papale. Tuttavia, il destino di Arnaldo fu tragico: venne giustiziato poco dopo a Roma, e il suo corpo bruciato come monito per i suoi seguaci.
La vicenda che coinvolse Federico Barbarossa, Arnaldo da Brescia e i Visconti di Campiglia sottolinea l’importanza strategica della Val d’Orcia nel Medioevo. Questa regione, con i suoi castelli e le sue fortificazioni, non era soltanto una tappa lungo la Via Francigena, ma anche un crocevia di potere politico e religioso.
Oggi, la memoria di questi eventi vive nei borghi e nelle fortezze della Val d’Orcia. San Quirico d’Orcia, Campiglia d’Orcia e Campigliola rimangono testimoni silenziosi di un’epoca in cui le lotte per il potere tra imperatori, papi e signori locali plasmarono il destino dell’Europa.
Federico Barbarossa resta una figura leggendaria, simbolo di autorità e ambizione, mentre Arnaldo da Brescia è ricordato come un martire del suo tempo, precursore di ideali che avrebbero ispirato future riforme.